Ciao a tutti, oggi andremo ad elencare tutte le differenze tra i vari connettori usati nel tempo per gli HDD (Hard Disk) e SSD (Solid State Drive). Bene iniziamo con la spiegazione di questi 2 tipi di dispositivi.

Un HDD comunemente chiamato Hard Disk è un componente meccanico del computer che funziona grazie ad una testina che gira su vari dischi grazie ad un principio fisico che tratta il magnetismo. Questa testina è colei che scrive, legge ed elimina fisicamente i dati che l’utente richiede di eliminare/copiare, mentre l’SSD (Solid State Drive) è sempre un componente di archiviazione, ma funziona in modo completamente diverso l’HDD. L’SSD è un sistema di archiviazione che funziona tramite delle memorie simili a quelle delle chiavette USB solo che quest’ultime sono molto più veloci e capienti siccome dovrebbero pian piano sostituire i tradizionali Hard Disk.

Una volta che conosciamo i 2 componenti possiamo parlare degli attacchi che utilizzano:

Per gli HDD abbiamo molti connettori eccone un elenco:

Attacco IDE: Uno dei primi attacchi usati dagli HDD. Era un cavo piatto di colore grigio solitamente e si utilizzava lo stesso connettore per collegare i lettori CD. Con questa tipologia di attacco bisogna specificare quale dispositivo e il “Master” e quale lo “Slave” letteralmente tradotti sarebbero il “padrone” e lo “schiavo” quindi per fare ciò possiamo utilizzare due metodi.

Il primo metodo è tramite un Jumper ovvero un piccolo pezzettino che collega 2 PIN e in base a come sono collegati si decide se il dispositivo è un master o uno slave, mentre il 2 metodo è quello di utilizzare la porta della scheda madre apposita per i dispositivi master e l’altra porta (ovviamente IDE) per i dispositivi secondari o slave.

Attacco SATA: Inizialmente era chiamata così questa nuova interfaccia ed è stata utilizzata come ATA per poco siccome aveva molti limiti e quindi si passò immediatamente al SATA (Serial ATA). Essa è un’interfaccia molto più veloce ed efficiente, in questo caso non abbiamo un caso di “Master” e di ”Slave”, ma ci basta collegare il cavo alle seconda estremità e automaticamente la scheda madre rileva il dispositivo.

Di SATA abbiamo due versioni:

La versione SATA II che ha una velocità fino a 3 Gigabit/s e la attuale SATA III che ha una velocità fino a 6 Gigabit/s

Mentre per gli SSD abbiamo un solo connettore in comune con quelli degli HDD:

Attacco SATA III: Come abbiamo già visto prima; la scheda madre, senza impostazioni o smanettamenti, rileva e configura il dispositivo automaticamente.

Attacco M.2: Questo attacco sfrutta le linee PCIe (PCI Express) per permettere una velocità di scrittura e lettura molto superiori a quelle di un attacco SATA III. Il bello di questi SSD è, che per la gestione dei cavi, l’Attacco M.2 è ottimo siccome non necessita di nessun tipo di cavo, infatti si collega direttamente nel connettore PCIe della scheda madre (ove ci fosse). Questi SSD M.2 funzionano con un driver AHCI (spiegazione in fondo all’articolo) e questo permette una retro-compatibilità con dischi o dispositivi SATA

Attacco NVME: L’attacco fisicamente è lo stesso a quello degli SSD M.2, però l’unica differenza sta nell’SSD stesso ovvero nel driver utilizzato; in questo caso un NVMe. Questo tipo di driver è il più veloce di tutti gli altri, così permettendo agli SSD NVMe di essere tra i dischi/SSD più veloci al mondo attualmente.


AHCI (Advanced Host Controller Interface) è presente sui più recenti chipset Intel. La modalità AHCI è supportata nella BIOS, dove le impostazioni più comunemente disponibili sono 3: IDE, AHCI e RAID. Le ultime due (AHCI e RAID) necessitano di un disco floppy e l’unità può essere introdotta nell’installazione del sistema operativo tramite F6. Altrimenti il disco fisso non verrà individuato.

La modalità AHCI presenta 3 vantaggi principali:

Supporta NCQ (Native Command Queuing), consentendo all’unità SATA di accettare più di un comando alla volta e di riordinare dinamicamente i comandi per godere della massima efficienza.

Supporta il colegamento a caldo dei dispositivi.

Supporta la rotazione sfalsata di dischi fissi multipli al momento dell’avvio.

A livello di performnce, l’utilizzo di AHCI non comporta alcuna differenza.

Nota: Se avete installato Windows in modalità IDE (non avete cioè utilizzato F6 e fornito un disco driver), il semplice cambio di impostazioni della BIOS in modalità AHCI e il riavvio causeranno un errore di Windows e renderanno necessaria un’installazione di riparazione. Molti consigliano di re-installare Windows se volete che AHCI si abilitato.